Cancellare o riprogrammare? Anche il mondo dell’hockey inline, fermo ormai da un mese, si interroga sul destino della stagione 2019/20. Nelle scorse ore la Federazione Italiana Sport Rotellistici ha ufficialmente prorogato lo stop totale dell’attività fino al 3 maggio. Giusto e inevitabile, visto il protrarsi della battaglia per la vita che si combatte ogni giorno in Italia e nel mondo. Ma su quanto succederà dopo, uno spunto di riflessione e una proposta arrivano da Riki Tessari, Presidente dell’H.C. Milano Quanta e veterano delle otto ruote fin dagli albori della disciplina: “Rimandiamo e completiamo tra settembre e ottobre il campionato di serie A”.
Quindi è contrario alla definitiva cancellazione?
“Precisiamo: le priorità di tutti in questo momento sono la salute pubblica e il rispetto delle disposizioni delle autorità competenti. Sarebbe folle pensarla diversamente. Ciò che propongo è cancellare solo Coppa Italia e Coppa Firs, ma ri-schedulare le giornate di campionato e i playoff in un periodo in cui l’emergenza sanitaria dovrebbe essere alle spalle. Esattamente come è stato fatto per i Mondiali colombiani, che si giocheranno ai primi di settembre, ma anche per le Olimpiadi e altri grandi eventi”.
E se la situazione non dovesse migliorare?
“In quel caso ne prenderemo atto e sarà inevitabile annullare. Ma perché deciderlo ora? Basta uno sguardo al calendario per rendersi conto che le partite mancanti sono disputabili indicativamente tra la metà di settembre e la fine di ottobre, congelando i roster fino alla fine del periodo di recupero”.
Quali considerazioni la spingono a mettere sul tavolo questa soluzione?
“Da troppi anni il nostro sport è in grande sofferenza in termini di crescita e reperimento delle risorse finanziarie. Cancellare totalmente una stagione già disputata per oltre il 50% delle partite avrebbe un impatto devastante sull’intero movimento. Significherebbe mortificare e gettare alle ortiche sei mesi di duro lavoro, di sacrifici economici, di sforzi degli addetti ai lavori e degli appassionati. Ritengo che sia molto importante dare alle società l’opportunità di portare a termine il campionato. Ribadisco, a scanso di equivoci, che se la situazione ci costringesse a farlo si dovrebbe chiudere senza se e senza ma. Ma deciderlo oggi a priori, quando c’è un’alternativa percorribile, vuol dire tirarci la zappa sui piedi in maniera molto dolorosa e con la grande incognita sulla sopravvivenza dal punto di vista sportivo di alcune squadre”.
Per concludere, come vivono la quotidianità i giocatori del Milano?
“Come tutti gli atleti, restando vicini ai propri cari, sperando di uscire il prima possibile da questo incubo e cercando di tenersi in forma, seguendo dei programmi di lavoro da poter svolgere all’interno delle mura domestiche. Siamo sempre in contatto: per citare uno slogan in voga, la famiglia Quanta è distante ma unita!”.
Foto Carola Semino