Leggi l’intervista integrale a Gianluca Tomasello fatta da Andrea Cappellari e riportata sul Quanta Village News di dicembre 2014.
L’incontro avviene alla vigilia dell’atteso big-match a Cittadella della sesta giornata del campionato che deciderà il temporaneo primato in classifica tra le due squadre (incontro poi terminato, per la cronaca, con il punteggio di 6 a 3 per i nostri). Scopo della chiacchierata conoscere più da vicino il nuovo allenatore-giocatore dell’HC Milano Quanta, Gianluca Tomasello, 36 anni, da tre giocatore simbolo del Quanta che quest’anno ha deciso di mettersi in gioco in un nuovo ruolo.
Partiamo dalla proposta che ti è stata fatta lo scorso giugno dal Presidente Quintavalle e dal direttore sportivo Riki Tessari?
“Appena conclusa la passata stagione dove siamo riusciti a concludere il campionato senza sconfitte conquistando Coppa Italia, Supercoppa e Scudetto sono stato convocato dal Presidente Quintavalle e da Riki che mi hanno offerto il ruolo di allenatore. Naturalmente sono rimasto piacevolmente sorpreso dell’intenzione di offrirmi la panchina della squadra che ha vinto gli ultimi tre campionati ma nello stesso tempo – oltre a mettermi in gioco in un ruolo che non avevo mai ricoperto – avevo voglia di capire se mi sarei ancora divertito sia a giocare che ad allenare i miei compagni di squadra”.
Come cambia nella testa di un atleta passare dall’essere semplice- mente un giocatore ad un doppio incarico come quello di allenatore-giocatore?
“Inizialmente oltre a capire se sei all’altezza di un ruolo fondamentale per gli equilibri della squadra il tuo comportamento deve cambiare a 360 gradi sia sul campo che fuori. Ora sei il responsabile del collettivo e le tue decisioni sono quelle che poi si rivelano determinanti su chi scende in campo. Inoltre devi sicuramente diventare più attento alle dinamiche della squadra per far sì che tutti i tuoi giocatori esprimano il massimo del loro potenziale”.
Con il ruolo di allenatore-giocatore che obbiettivi ti sei posto per far crescere le nuove leve provenienti dal settore giovanile?
“All’inizio della preparazione ho deciso che i componenti dell’under 20 avrebbero avuto l’opportunità di confrontarsi con i membri della prima squadra allenandosi almeno una volta con loro. Questo ha creato ovviamente nuove motivazioni per i ragazzi e infatti sono molto soddisfatto di avere al momento due giocatori come Emanuele Ferrari e Luca Ronco in pianta stabile in prima squadra. Ma sono molti altri i ragazzi che si stanno impegnando durante la settimana e quando c’è necessità si fan- no trovare pronti. L’ultimo caso è quello del nostro portiere Carlo Corbani che è stato determinante nel successo contro il Vicenza”.
L’unico trofeo che manca in bacheca al Quanta è quello della Champions League: ci sono novità a proposito?
“L’anno scorso come ben sapete non si è svolta per svariati motivi, quest’anno parlando con la Federazione ci è stato detto che si prenderà una decisione in merito a dicembre sia per la formula sia per il periodo che probabilmente dovrebbe essere intorno a Marzo. A noi come HC Milano Quanta piacerebbe oltre che parteciparvi anche organizzarla nel nostro impianto. Sarebbe un’occasione unica sia per i nostri tifosi per vedere i migliori giocatori europei sia per i miei giocatori che potrebbero confrontarsi con i migliori atleti di questo sport”.
Come è cambiata la vostra squadra rispetto alla scorsa stagione?
“Quest’anno abbiamo subito pesanti defezioni poiché Belcastro e Andrea Comencini hanno deciso di trasferirsi a Verona, uno per motivi personali e l’altro per ragioni lavorativi in più Riki Tessari ha deciso di ritirarsi passando a un ruolo dirigenziale. Quindi grazie ad un sforzo economico del Presidente Quintavalle siamo andati sul mercato e abbiamo acquistato il capitano della nazionale italiana Andrea Delfino e il difensore del Vicenza Fabio Testa che ci garantiranno sicuramente qualità in mezzo al campo. L’obiettivo dal punto di vista di gioco è quello di ripetere la cavalcata della scorsa stagione cercando di esaltare le qualità tecniche dei nostri giocatori ed esprimendo un hockey spumeggiante che possa far divertire i nostri tifosi”.
Intanto un trofeo come allenatore sei riuscito a metterlo giù in bacheca grazie al successo in Supercoppa…
“Si è vero grazie al tirato successo all’overtime per 5-4 contro il Monleale siamo riusciti a partire con il piede giusto conquistando il primo trofeo importante di questa lunga stagione. È stata una vittoria sofferta, una partita che si è giocata a ritmi molto alti in cui, forse, abbiamo subito qualche disattenzione in fase difensiva, ma posso ritenermi soddisfatto dell’impegno dei miei ragazzi poiché non è mai facile iniziare la stagione con una competizione importante poiché si risentono i carichi di lavoro della preparazione e gli automatismi di squadra sono ancora da affinare”.